La rapidità con cui furono realizzati i lavori di ricostruzione e di decorazione ha fatto sì che l’edificio presenti una notevole omogeneità stilistica, imponendosi come uno dei documenti più significativi dell’arte dei decenni di passaggio tra seicento e Settecento.
All’interno dell’edificio sono conservati numerosi pregevoli dipinti, alcuni dei quali realizzati da artisti tra i più significativi del periodo. Gli affreschi dell’ampia volta della navata, dedicati ai Santi Paolo e Benedetto, furono eseguiti dall’artista comasco Giulio Quaglio tra il 1712 e il 1713. Tra i dipinti custoditi nelle cappelle laterali da ricordare, in particolare, le quattro splendide tele del bolognese Giuseppe Maria Crespi, le due pregevoli tele del veneziano Sebastiano Ricci e le due del veronese Antonio Balestra.
Con il fiorire delle attività conventuali e il diffondersi della fede, sorsero, nelle aree circostanti il monastero e lungo le vie di transito, alcune piccole ma belle chiese devozionali che hanno nella semplicità strutturale e decorativa il denominatore comune più interessante.